

Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore domenica 20 Febbraio 2022
A cura di Andrea Sbardella e Gabriele Sepio
Con l’avvio dell’Assegno Unico Universale (AUU) a partire dal 1 marzo prende forma l’opera di razionalizzazione e revisione di una parte delle tax expenditures destinate alle famiglie con figli. Molti i bonus straordinari (Bonus bebè, Bonus mamma, etc.) e le misure stabili, spesso non coordinate tra loro, (ad es, detrazioni IRPEF, assegno per il nucleo familiare) che verranno assorbite dalla nuova misura universale. Si tratta di un cambiamento importante che inciderà prima di tutto sui criteri di misurazione dei vantaggi destinati alle famiglie. La detrazione per figli a carico prevista all’art. 12 del TUIR, basata sul reddito, lascerà il posto all’assegno parametrato all’ISEE, ovvero ad un indicatore che tiene conto sia del reddito che del patrimonio. Si tratta, dunque, di una misura che si sostanzia in un apporto finanziario diretto senza bisogno di passare per la detrazione d’imposta.
La modifica comporterà piu di qualche cambiamento nella fruizione dei benefici con effetti tendenzialmente favorevoli a seconda delle caratteristiche del nucleo famigliare.
Un vantaggio certo, dunque, si registrerà per coloro che presentano redditi prossimi alla no tax area e per i quali la detrazione IRPEF supera l’imposta a debito (pensiamo ai c.d. incapienti). Alla stessa stregua un beneficio evidente si registrerà per tutte le persone fisiche che accedendo al regime forfettario (con ricavi o compensi inferiori a 65 mila euro) non hanno finora avuto accesso alle detrazioni IRPEF.
Per coloro che presentano una dichiarazione dei redditi oltre la soglia massima dei 40 mila euro, il carattere universale dell’assegno garantirà, comunque, un beneficio, sebbene nella misura minima di euro 50 mensili per ciascun figlio a carico. Diverso discorso per coloro che pur presentando redditi medio bassi si ritrovano con un patrimonio immobiliare consistente, magari ricevuto in eredità. In questo caso l’ISEE potrebbe superare il limite massimo dei 40 mila euro e, a parità di reddito, vi sarebbe una penalizzazione rispetto al previgente sistema della detrazione IRPEF.
L’avvio dell’Assegno Unico si lega ad una importante attività di coordinamento. Alcune misure sono state abrogate (pensiamo al bonus bebè, premio alla nascita, ANF, assegni famigliari, fondo di sostegno alla natalità) mentre altre hanno subito un inevitabile restyling. È il caso del reddito di cittadinanza che verrà corrisposto d’ufficio dall’INPS, senza alcun bisogno di presentare la relativa istanza, al netto della quota spettante relativa ai figli facenti parte del nucleo familiare.
Importante modifica riguarda invece le regole relative alla detrazione per i figli a carico. L’art. 12 del TUIR scatterà solamente in caso di figli maggiori di 21 anni. Questo è infatti il limite di età oltre il quale viene meno il diritto all’Assegno Unico e Universale. Va considerato, tuttavia, che per la fascia dei figli maggiorenni che va dai 18 ai 21 anni la nuova misura non ha carattere universale e non scatta automaticamente come nel caso dei figli minorenni. È necessario, dunque, che il figlio sia “attivo”: cioè studi, lavori anche in tirocinio con redditi inferiori a 8.000 all’anno, oppure sia iscritto presso un centro pubblico per l’impiego. In mancanza di questi requisiti si perde il diritto all’AUU ma anche alla detrazione dell’art. 12 TUIR. Doppio bonus invece per i figli con disabilità maggiori di 21 anni. In questo caso si potrà cumulare l’Assegno Unico e Universale con la detrazione IRPEF.