Articoli pubblicati su Il Sole 24 Ore domenica 31 Luglio 2022
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Con l’autorizzazione Ue detassati gli utili a riserva per gli obiettivi statuari
A cura di Filippo Dami e Gabriele Sepio
Le imprese sociali rappresentano un veicolo particolarmente flessibile non solo per le diverse forme giuridiche associabili a questa qualifica del terzo settore ma anche per la capacità di attrarre capitali privati e pubblici con partecipazione condivisa alla governance dell’ente. Dunque non solo imprese sociali che rientrano tra gli enti del Libro I del Codice civile (associazioni, fondazioni e comitati) ma anche tra quelli di cui al Libro V, come, ad esempio, le società costituite in forma di Srl, Spa o cooperative.
L’autorizzazione Ue, che si spera arrivi in tempi brevi, farà scattare l’operatività dell’articolo 18 del Dlgs 112 del 2017 contenente misure particolarmente importanti legate alla fiscalità delle imprese sociali e ai benefici per gli investitori. In particolare dal 1° gennaio del periodo d’imposta successivo al vaglio Ue scatterà per tali enti un’integrale detassazione degli utili accantonati a riserva e destinati allo svolgimento dell’attività statutaria o ad incremento del patrimonio, restando ferma però l’imponibilità degli importi destinati diversamente (ad esempio, aumento gratuito del capitale o distribuzione di dividendi, nei limiti consentiti). Tale regime fiscale potrebbe essere particolarmente opportuno, ad esempio, per le Onlus che traggono utili consistenti dallo svolgimento di attività di interesse generale svolte con prevalente apporto di lavoratori. Da considerare, poi, che qualsiasi attività potrà qualificarsi come di interesse generale se svolta con l’apporto di almeno un 30% di lavoratori molto svantaggiati, (ad es. privi di lavoro da almeno 24 o 12 mesi) o con disabilità (articolo 2 , comma 4, Dlgs 112 del 2017). Un aspetto importante che consente alle imprese sociali di scegliere qualsiasi settore economico mantenendo inalterati i benefici concessi dalla norma.
Dopo l’autorizzazione UE, inoltre, diventeranno operativi gli incentivi per chi investe nel capitale di una società-impresa sociale. Tali soggetti, infatti, potranno beneficiare di una detrazione IRPEF del 30% (per un investimento massimo di un milione di euro) o di una deduzione Ires del 30% (fino a 1,8 milioni). Investimenti che devono essere effettuati dopo il 20 luglio 2017 e indirizzati ad imprese sociali che abbiano acquisito la qualifica da non più di cinque anni. Con il DL semplificazioni viene precisato che per le imprese sociali che hanno acquisito la qualifica dopo luglio 2017 la decorrenza del quinquennio per fruire delle agevolazioni scatterà solo dopo l’autorizzazione UE.
La forma societaria, in particolare, oltre a consentire l’accesso alle agevolazioni previste per gli investimenti permetterà all’ente di beneficiare dell’esenzione dall’imposta di registro per tutti i trasferimenti a titolo oneroso della proprietà di immobili o diritti reali sugli stessi.
Nel caso in cui si scelga la forma giuridica fondativa o associativa resta ferma la possibilità di assegnare benefici fiscali per chi effettua erogazioni liberali in denaro o in natura, ex articolo. 83 del Codice del Terzo settore . Anche l’accesso al 5 per mille cambia a seconda della forma giuridica dal momento che è escluso l’accreditamento per le imprese sociali costituire in forma societaria.
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Le cooperative sociali pronte a fare rete
A cura di Eleonora Vanni – Presidente Legacoopsociali
La riflessione sullo sviluppo delle imprese sociali con la riforma del Terzo settore pone le basi per una analisi che tenga conto del nuovo ruolo che il mondo della cooperazione potrà svolgere in sinergia con i nuovi modelli imprenditoriali dell’economia sociale. I processi di trasformazione che stiamo vivendo investono, dunque, appieno il mondo della cooperazione sociale e ci richiedono uno sguardo aperto e laico al futuro insieme ad un ancoraggio saldo ai valori fondanti e della cooperazione. Radici salde nei principi di controllo e partecipazione democratica all’impresa, interesse verso la comunità, ma altresì orizzonti aperti per comprendere il cambiamento in atto.
Di fronte alle sfide e alle opportunità che il contesto sociale ed economico europeo e nazionale ci pone, la cooperazione sociale può arricchire e innovare la sua azione sperimentando modelli di partnership e strumenti inediti. Un obiettivo su cui Legacoopsociali discuterà a settembre nell’ambito della Summer school “Radici nel Futuro”. L’esigenza è quella di sperimentare nuove strade basate su una chiara visione del ruolo e del valore della cooperazione sociale, nel confronto fra esperienze diverse interagendo con il terzo settore, il profit e il pubblico.