Contributi aggiuntivi degli enti locali associati imponibili ai fini Iva

 

Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore di martedì 31 Agosto 2021

A cura di Jessica Pettinacci e Gabriele Sepio 

 

Con la risposta ad interpello n. 576/E, pubblicata ieri sul sito istituzionale, l’Agenzia delle Entrate prende posizione e fornisce chiarimenti circa il corretto trattamento ai fini dell’imposta sul valore aggiunto delle attività effettuate da un ente associativo. Il caso attenzionato riguarda quello di un’Associazione volontaria di enti pubblici locali che svolge, senza fini di lucro, attività di supporto tecnico-scientifico per i propri associati realizzando studi e progetti in tema di sviluppo socio-economico. In particolare, con riferimento a specifiche iniziative, l’Associazione percepisce un contributo aggiuntivo rispetto all’ordinaria quota associativa, a ristoro delle spese sostenute per il loro svolgimento. La risposta dell’Agenzia è positiva e in linea con i precedenti orientamenti di prassi e giurisprudenza (cfr. Circolare 34/E/2013 e CGUE 23 marzo 2006, C-210/04, ex multis, CGUE, sentenza 5 luglio 2018, C-544/16). In quest’ipotesi ricorre, infatti, il requisito oggettivo ai fini IVA, in quanto le attività svolte dall’Associazione hanno carattere di onerosità e sinallagmaticità, a nulla rilevando ai fini di tale inquadramento l’eventuale circostanza che le somme corrisposte non coprano interamente i costi sostenuti.

Prova ne è il fatto che le somme aggiuntive corrisposte all’Associazione medesima verrebbero erogate a fronte di specifiche prestazioni di servizi e vi sarebbe, dunque, un nesso diretto tra quest’ultime e quanto corrisposto dagli associati. Un’impostazione questa che, a dire della prassi, vale anche nell’ipotesi in cui le prestazioni vengano effettuate sulla base di contratti stipulati in deroga alle norme del codice dei contratti pubblici, in quanto ricomprese nell’ipotesi di cui all’art. 5, comma 6 del medesimo codice. Vale a dire in quanto accordi di cooperazione conclusi tra due o più amministrazioni aggiudicatrici rette da un interesse pubblico. Quanto chiarito dall’Agenzia costituisce, a ben vedere, un’impostazione pienamente condivisibile, posto che in queste ipotesi le attività effettuate dall’Associazione assumerebbero rilevanza ai fini IVA in quanto affidate da parte dei Comuni non a titolo di quota associativa, quanto piuttosto in forza di un diverso rapporto di affidamento di servizi.

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