Inclusione e coesione sono anche nel Pnrr. Obiettivo definire un progetto di vita personalizzato per le persone disabili

 

Editoriale di apertura del Focus dedicato alla disabilità

In allegato a Il Sole 24 Ore di venerdì 8 aprile 2022

A cura di Gabriele Sepio

La disabilità come modello sociale cui si ispira la rimozione delle barriere di qualsiasi tipologia ha gradualmente assunto una centralità anche nel sistema legislativo italiano. Si è passati da una percezione della disabilità come impedimento ad una accezione che ne ribalta il senso, ponendo attenzione agli svantaggi e alle penalizzazioni causate da tutti quei modelli organizzativi che, non tenendo conto delle singole incapacità, tendono all’esclusione e rendono ”disabili”. Insomma il concetto fondamentale da cui ormai prende le mosse la sistematizzazione della disabilità nell’ordinamento interno è che sono le barriere a rendere disabili e non questi ultimi a creare le barriere. Non stupisce, dunque, come negli ultimi anni la rimozione degli ostacoli per l’accesso delle persone con disabilità ai vari contesti del vivere civile sia divenuta una costante che ha portato ad una revisione, spesso integrale, delle regole finalizzate all’inclusione sociale. Lo scopo di questo focus è mettere in fila le tante novità che hanno interessato di recente questo importante tema nei diversi contesti per leggere in queste un cambiamento culturale importante che sta coinvolgendo ormai da molti anni il nostro sistema sociale, economico e normativo. Pensiamo alla legge quadro sulla disabilità con cui il Governo, nel quadro della Missione 5 del PNRR “inclusione e coesione”, è stato chiamato ad intervenire con più decreti per definire, tra le altre cose, il progetto di vita personalizzato e partecipato delle persone con disabilità. Accanto a questo si tratterà anche di unificare finalmente gli accertamenti legati alla disabilità e da cui dipende l’accesso a molte delle misure di cui parleremo in questo lavoro. Altro importante contesto in cui si registrano interventi destinati a incidere sulla popolazione disabile riguarda le politiche attive del lavoro, grazie alla recente pubblicazione delle linee guida sul collocamento mirato.  Secondo l’Istat il numero di persone con disabilità in Italia è di 3.150.000, pari al 5,2% della popolazione. Un numero importante che tuttavia deve fare i conti con percentuali non incoraggianti rispetto all’inclusione lavorativa che interessa una percentuale di poco superiore al 30% di coloro che soffrono di limitazioni gravi. Le linee guida adottate in attuazione del d.gs 151/201 mirano a rendere uniforme l’applicazione delle norme sul territorio nazionale a valutarne gli effetti sul piano pratico. Pensiamo alla ricognizione delle liste di collocamento obbligatorio per verificare la permanenza delle persone con disabilità in condizione di disoccupazione e le relative cause.

Altro contesto in cui si è venuto a delineare un vero e proprio sistema legato alla disabilità è il comporto fiscale. Gli incentivi e i sostegni indiretti attraverso forme di detrazione, deduzione e crediti d’imposta sono sempre piu puntuali e soprattutto stabili e permanenti. Ovviamente una fetta importante di queste agevolazioni riguarda l’assistenza sanitaria e tutto ciò che si lega alla tutela della salute della persona. A queste se ne aggiungono altre di diversa estrazione, pensiamo all’iva agevolata per l’acquisto dei mezzi per la deambulazione o degli strumenti per garantire maggiore autonomia, come, ad esempio, computer o telefoni, fino alla detrazione potenziata per l’acquisto degli autoveicoli e per la rimozione delle barriere architettoniche. .

La tutela delle persone con disabilità passa anche per il nucleo famigliare. Su questo si basa la recente introduzione dell’assegno unico e universale che oltre a prevedere contributi maggiorati in presenza di figli con disabilità, arriva a raddoppiare il beneficio cumulandolo con le detrazioni IRPEF per i figli a carico oltre i 21 anni. La tutela si sposta invece sul piano patrimoniale con il c.d. “dopo di noi”. Destinato a garantire l’assistenza delle persone con disabilità anche successivamente al venir meno del sostegno genitoriale mediante atti che dovranno tenere conto anche del progetto di vita dedicato al sostegno e all’inclusione.

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