
Assunzioni agevolate dal 1° gennaio 2024 con beneficio potenziato per chi assume lavoratori meritevoli di tutela. Con il varo delle nuove misure di vantaggio da parte del Consiglio dei ministri occorrerà valutare con attenzione i criteri di attribuzione del beneficio e le categorie dei soggetti ammessi .
Per titolari di reddito d’impresa ed esercenti arti e professioni che, in corso d’anno, incrementano la propria forza lavoro a tempo indeterminato l’agevolazione comporta la possibilità di dedurre dal reddito prodotto un maggior costo rispetto a quello effettivamente sostenuto per il personale neoassunto (si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri). I datori di lavoro privati ricevono così una extra deduzione pari al 20% (e fino al 30%) sul costo sostenuto per i neoassunti a tempo indeterminato. Sul punto, due i fattori da monitorare: l’incremento occupazionale e il costo del nuovo personale dipendente.
Da un lato, alla fine del 2024 il numero dei lavoratori a tempo indeterminato deve risultare più alto rispetto alla media del 2023. L’incentivo scatta solamente con la concomitante presenza di almeno una nuova assunzione a partire dal 1° gennaio 2024. Pertanto, non sarà sufficiente rilevare un incremento della media dei lavoratori per il 2024 (ad esempio generato dal fatto che nel 2023 sono stati assunti lavoratori a metà anno).
Il costo del personale invece rileva ai fini del calcolo del beneficio. Per questo si terrà in considerazione il minor valore tra il costo effettivo e l’incremento della spesa per lavoratori, risultante dal confronto dei bilanci 2023-2024 (voce B.9 del conto economico). Pertanto, il vantaggio sarà proporzionato al tempo trascorso dall’assunzione fino alla fine del periodo d’imposta.
A contenere possibili condotte elusive interviene invece la clausola di decadenza che esclude dalla fruizione del beneficio chi non registra un incremento complessivo della forza lavoro.
Anche gli enti non commerciali accedono all’extra deduzione dei costi dei neoassunti. In questo caso, il costo agevolato è quello del personale riferibile all’eventuale attività commerciale. Tenendo conto dei precedenti di prassi in tema Irap, per dipendenti impiegati sia nell’attività istituzionale sia in quella commerciale, la deduzione maggiorata avviene in proporzione al rapporto tra ammontare di ricavi e proventi da attività commerciale e ammontare complessivo di tutti i ricavi e proventi. L’incentivo toccherà anche imprese sociali e cooperative per le quali la deduzione inciderà sulla parte del reddito assoggettato a Ires.
L’ulteriore maggiorazione del costo deducibile (fino al 30%) sarà associata all’assunzione di dipendenti meritevoli di tutela. Oltre alle categorie classiche dei lavoratori considerati svantaggiati a livello comunitario e domestico, particolare attenzione alle donne, sia che abbiano almeno due figli minorenni sia che siano prive di impiego da sei mesi e risiedano in Regioni a basso sviluppo o siano specializzate in settori con accentuata disparità occupazionale di genere. Potenziate anche le assunzioni dei giovani under 30 che soddisfano i requisiti per accedere all’esonero contributivo di cui al recente decreto Lavoro (Dl 48/2023), insieme con i soggetti che lavorano in regioni con Pil pro capite e tasso occupazionale inferiori alla media, secondo i criteri previsti per accedere alla decontribuzione Sud (Dl 104/2020). Agevolati poi gli ex percettori del reddito di cittadinanza, decaduti dal beneficio per effetto della legge di Bilancio 2023 e che non possono accedere all’assegno di inclusione, introdotto dallo stesso decreto Lavoro.