Società sportive chiamate a una regolarizzazione dal confine incerto

Pubblicato su Il sole 24 Ore del 30 Dicembre 2022

A cura di Andrea Sbardella e Gabriele Sepio

Scaduto ieri il termine per il versamento delle prime tre rate riferite all’Iva e alle ritenute alla fonte sospese per enti sportivi, federazioni e enti di promozione sportiva ma resta da sciogliere ancora qualche nodo per operatori e professionisti.

La sequenza delle proroghe dei versamenti, avvenute spesso con formulazioni normative diverse, ha prodotto un intricato schema che andrà chiarito per consentire alle realtà sportive di poter pianificare la regolarizzazione dei pagamenti dovuti.

La legge di Bilancio 2023 fissa a ieri, quindi contestualmente alla sua approvazione in Senato, la scadenza del termine per il pagamento delle prime tre rate (con maggiorazione del 3%), relative ai versamenti sospesi delle sole ritenute alla fonte, comprese le addizionali regionali e comunali, e dell’Iva, lasciando fuori dal pacchetto della proroga le imposte dirette, i contributi previdenziali e assistenziali, e i premi assicurativi che al momento, dopo vari rinvii, risultano scaduti il 22 dicembre (si veda «Il Sole 24 Ore» del 27 e 28 dicembre).

Due le questioni principali. In primo luogo quali sono i versamenti che avrebbero potuto essere rateizzati fino a ieri come previsto dall’ultima legge di Bilancio. Questa richiama prima di tutto, all’articolo 1, comma 160, la legge di Bilancio dello scorso anno (articolo 1, comma 923, lettere a e c), che fa riferimento alle ritenute e all’Iva del periodo gennaio/aprile 2022. A questo primo richiamo, che sembrerebbe delimitare l’ambito oggettivo della rateizzazione, si aggiunge un rinvio generico agli ulteriori interventi di proroga. Ma qui arriva un primo scoglio interpretativo. Mentre il decreto Energia, oltre a concedere un nuovo termine di pagamento per i versamenti sospesi ha prorogato anche «i termini in scadenza» compresi tra maggio e luglio 2022, stesso discorso non vale per le successive proroghe. Sia il decreto Crisi Ucraina che il Dl 176/22, infatti, si sono limitati formalmente a prorogare, a novembre e poi a dicembre, i soli termini di sospensione previsti dalle norme precedenti.

Il mancato richiamo in questi due ultimi decreti ai «termini in scadenza» porterebbe a delimitare il periodo di sospensione dei versamenti da gennaio a luglio 2022.

Per arrivare a sostenere una diversa interpretazione di carattere più estensivo, occorre risalire alla relazione tecnica allegata al Dl Crisi Ucraina che nello stimare i costi della misura tiene conto del periodo agosto/novembre 2022. Posizione che troverebbe conferma, anche se relativamente ai contributi, nella circolare dell’Inps 105 del 2022. Di fronte a questo evidente groviglio interpretativo si rende quantomeno opportuno un intervento dell’Agenzia per chiarire il perimetro dei versamenti rateizzabili che, a questo punto, per non penalizzare gli enti potrebbe tenere definitivamente conto del periodo gennaio/novembre 2022. Al di là di questo resta ferma la riflessione sull’opportunità di ripensare la scadenza di ieri, magari inserendo anche imposte dirette e contributi, quantomeno con riferimento al solo settore dilettantistico che si è ritrovato a dover fare i conti con termini decisamente ingestibili.

La seconda questione riguarda invece le imposte dirette e i contributi previdenziali e assistenziali che, in quanto esclusi dalla legge di Bilancio sono scaduti il 22 dicembre. Per chi, dunque, è riuscito ieri a “salvare” i soli versamenti delle ritenute e dell’Iva resta da sbrigliare la matassa delle scadenze e quali misure adottare per definire i rapporti con il fisco. Esclusa la possibilità di fare ricorso agli strumenti offerti dalla nuova legge di Bilancio, come la sanatoria per gli avvisi bonari o il ravvedimento operoso, in quanto si tratta di versamenti riferiti al 2022, si potrà optare per il ravvedimento operoso standard. Una soluzione ulteriore, vista l’obiettiva incertezza normativa, potrebbe essere quella di prevedere una definizione agevolata ad hoc per i versamenti 2022, coinvolti nel valzer delle proroghe, senza sanzioni e interessi.

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